Per il Campionato di Prima Divisione FIDAF, dopo tre intense giornate, è iniziata la lunga pausa Pasquale. Abbiamo dunque colto l’occasione per incontrare il Presidente dei Giaguari Torino Roberto Cecchi per gli auguri di rito, ma soprattutto per fare una prima analisi sulla stagione dei giallo neri.
D: “Buongiorno Presidente. La squadra ha finora giocato tre partite, praticamente un terzo della stagione regolare. Può fare un primo bilancio sulla stagione?”
R: “Buongiorno a tutti. Non potrei essere più contento di quanto sino ad ora visto sul campo da gioco. Quell’aria che si è subito respirata da settembre 2015, si è poi trasformata in una ventata di freschezza nel momento dell’arrivo dei nostri tre ragazzi USA. Una sinergia importante ed una comunione di intenti che ha visto i “vecchi” i giovani ed i coaches indirizzarsi nel giusto verso della collaborazione. I risultati, sino ad ora, sono tangibili, ma voglio sbilanciarmi nel dire che possiamo fare decisamente molto meglio nel proseguo della stagione. Più che fare un primo bilancio, direi che il confine mobile che ci eravamo posti già dal luglio 2015 si sta muovendo secondo il nostro pensiero.”
D: “Prima dell’inizio della stagione si era parlato della “linea verde” della squadra, con i tanti giovani del vivaio inseriti nel roster della prima squadra: dopo tre partite possiamo dire che questa scelta stia pagando o no?”
R: “La tentazione tipica di tutti i teams è quella di guardarsi intorno per riempire gli eventuali buchi di organico, con “campagne acquisti” molto spinte ed a volte destabilizzanti del sistema football americano Italiano. A mio avviso, ma è un mio personalissimo pensiero che non è legge al di fuori dei Giaguari, non si deve impostare la strategia futura di una squadra su forze esterne, semplicemente perché, proprio in quanto esterne, non saranno mai fidelizzabili nel lungo periodo. La forza è, quindi, relativa alla capacità di aver investito sui giovani a partire dal 2010 circa, cercando di rispondere con i fatti agli inevitabili mugugni di coloro che vedono allungarsi la loro vita terren, accorciandosi però quella sportiva. E’ chiaro che l’ansia di taluni nella ricerca di trovare risultati subito, crea un piccolo terremoto interno alla squadra che però deve essere consapevole che la crescita ed il consolidamento del team passa attraverso la crescita dei giovani. Tutto questo per dire che le prime tre gare di IFL ci hanno permesso di schierare quelli che noi definiamo “i senza patente” , ragazzi del nostro vivaio , ancora minori ma che per la tipologia di lavoro svolto nelle giovanili, vanta almeno 4/5 anni di football giocato ed organizzato.”
D: “Ogni anno le squadre devono fare i conti con tante incognite nella scelta degli import, che si ingaggiano spesso non sulla base di una profonda conoscenza dell’individuo, quanto su filmati di gioco e al massimo qualche referenza degli allenatori del liceo o college di provenienza degli atleti: a due mesi dal loro arrivo, come giudica Arduino, Cotrone e Salvi, sia come qualità di gioco che sul piano umano?”
R: “Le referenze continuano ad essere il cavo trainante nella scelta del giocatore straniero. A questo, ed è a mio avviso la cosa più importante, deve essere aggiunta la pianificazione della stagione, tenuto conto degli Italiani (che continuano ad essere i più importanti) e quindi di cosa si vuole ottenere dal Campionato che andrai ad intraprendere. E’evidente come talvolta i requisiti richiesti e di cui si necessita non calzino con le scelte fatte. Da qui nasce il problema, perché si genera una sorta di avvitamento e di sfiducia tra giocatori, staff tecnico, dirigenti e chi più ne ha ne metta, che rende ancora più difficile lo sviluppo della stagione. Nella fattispecie, abbiamo vissuto questo stato di “disgrazia” l’anno scorso , quando tutto quello che poteva andare male lo ha fatto e le scelte degli import furono perlomeno sospette. Ma gli errori devono poter servire da spinta a fare meglio e così è stato fatto. Non era finita la stagione 2015 che già stavamo tessendo rapporti con giocatori e coach di alto livello, perché non c’era più tempo da perdere. Tutto questo ha portato ad avere uno sviluppo importante di trattive tecniche di buon livello, che ci hanno permesso di mettere “ le mani” sui nostri tre attuali USA, che con soddisfazione posso dichiarare essere oltre che validi giocatori anche ottimi uomini. Come da nostra prerogativa, all’interno del contratto che lega USA e Giaguari c’è il loro utilizzo con tutto il settore giovanile a partire dalle Under 13 a salire, ma la cosa che ci è molto piaciuta è stato il loro desiderio di voler allenare ed aiutare le giovanili, al di là dei doveri da contratto.”
D: “Dopo le prime due importanti vittorie contro Seamen e Lions è arrivata la sconfitta contro i Rhinos: cosa è mancato alla squadra in quell’occasione e cosa si può fare per ribaltare il risultato nel match in programma dopo la pausa Pasquale?”
R: “I Rhinos Milano sono uno squadrone, che ha già i pronostici di finalista cuciti addosso, praticamente sin dalla fine della passata stagione, e a maggior ragione dopo l’inizio di questo 2016 (i Rhinos sono 3-0, unica imbattuta del Girone Nord, ndr). La sconfitta, era quindi prevedibile, specie per la nostra tipologia di crescita e di mercato attuato, come precedentemente spiegato. Quello che occorre non perdere mai di vista, però, è il risultato finale: se la nostra strada verso dei papabili play offs dovesse passare anche attraverso ad una sconfitta, sarà bene accetta.
Ribaltare il pronostico sfavorevole per il ritorno di sabato 09 aprile ? Lo speriamo e stiamo lavorando perché avvenga. Ma come cresceremo noi, cresceranno anche i Rhinos Milano, quindi si riproporrà la valutazione fatta pocanzi in merito ai giovani innesti ed al mantenimento a zero degli errori effettuati nella gara di andata a Pero.”
D: “Da qui a giugno c’è ancora tanto football da giocare, ma la domanda è ugualmente d’obbligo: dove possono arrivare i Giaguari al termine della regular season?”
R: “Il famoso e già citato “confine mobile” ci porta a credere che sarà possibile accedere al primo turno di play offs. Se ciò non capiterà, vorrà comunque dire che già ad oggi abbiamo messo le mani su di un “mini”primato, rispetto a quanto fatto nel 2015, in cui finimmo con un record di 1 vittoria e 9 sconfitte”.
D: “ Grazie mille per la sua disponibilità, Presidente. Nel darle l’arrivederci, magari verso fine stagione regolare per analizzare ulteriormente il cammino della squadra, auguriamo a Lei e famiglia una Buona e Serena Pasqua”
R: “Grazie e oltrettanto. E vi ringrazio per avermi dato occasione di Augurare a tutti i giocatori, allenatori, dirigenti, staff tecnico, tifosi ed alle loro famiglie, una riposante e rinfrancante pausa Pasquale. Arrivederci”.
Buona Pasqua, famiglia maculata. Arrivederci a presto, perché il 9 Aprile, in realtà, è dietro l’angolo…